Spectrum-personas

6 giugno, 2023

Spectrum: progettare per l’inclusione

Veronica Zonta

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Che cos'è l'inclusione nel digitale? Tutto oggi sembrerebbe inclusivo, user-friendly, progettato per la user experience. Poi ci sono gli utenti. C'è l'utente in autobus che non può ascoltare un audio o guardare un video perché non ha le cuffiette. C'è l'utente al bancomat in una giornata assolata che non riesce a vedere perfettamente lo schermo. C'è l'utente che ha un disturbo dell’attenzione.

Il prodotto che risponde a tutte le esigenze e le situazioni possibili probabilmente non esiste.

Esiste però un approccio alla progettazione che prova a prendere in considerazione questi aspetti e a pensare a strumenti e soluzioni che rispondano il più possibile alle diverse esigenze degli utenti.

 

Uscire dalla propria bolla di progettazione

Un aspetto fondamentale, che potrebbe sembrare scontato, è la distinzione tra il progettista e chi usufruisce del servizio. Il designer non è l'utente finale di tutti i prodotti o sistemi che progetta, e spesso neanche il committente coincide con l’utilizzatore finale. Per uscire da questa convinzione è necessaria la ricerca con gli utenti (ne abbiamo parlato in modo approfondito nel nostro blog: puoi partire da questo articolo che spiega che cosa è lo UX design e a cosa serve). 

La ricerca guida la progettazione, aiuta a stabilirne gli aspetti fondamentali e può essere il primo passo per progettare un prodotto o un sistema inclusivo. Le persone però cambiano nel corso del tempo e, in base alle circostanze in cui si trovano, mutano anche le loro esigenze e le abilità. 

 

Ampliare lo sguardo

Un approccio al design inclusivo è proposto dal progetto Inclusive Design di Microsoft.

Il design inclusivo è definito da Microsoft come "Una metodologia di progettazione che abilita e si fonda sullo spettro completo delle abilità umane". 

Qual è la differenza con l'accessibilità? Design inclusivo e accessibilità sono infatti due termini interconnessi, dove il design inclusivo è un metodo che consente di rendere i prodotti maggiormente accessibili, ma non è il processo per soddisfare tutti gli standard dell'accessibilità.

Idealmente, design inclusivo e accessibilità lavorano insieme per costruire esperienze che non siano solo conformi agli standard, ma realmente usabili e fruibili a tutti

 

I tre principi del design inclusivo, secondo Microsoft

  1. Riconoscere l'esclusione
  2. Imparare dalla diversità
  3. Trovare una soluzione per uno, estendere a molti

 

1. Riconoscere l'esclusione

Il compito del designer, secondo Microsoft, è quello di capire come le soluzioni progettate, siano esse prodotti, sistemi o servizi, impattano sulle interazioni tra le persone e l’ambiente in cui vivono, favorendo l’inclusione o generando esclusione. 

  • L'esclusione può essere temporanea, come una frattura che limita il movimento oppure il trovarsi all’estero e non conoscere la lingua. Entrambi i contesti generano esclusione temporanea: diventa più difficile interagire con le persone e l’ambiente circostante. 
  • L'esclusione può essere legata alla situazione e cambiare molto anche in momenti diversi: un ambiente rumoroso impedisce di sentire correttamente, un neo-genitore svolge molte azioni con il bambino in braccio. 

 

2. Imparare dalla diversità

Quando si progetta un sistema o un prodotto è essenziale partire dall’empatia: aiuta a capire quali sono i bisogni, le paure o modi di agire dell’utente ed è sicuramente il primo passo verso l’inclusione, ma molto spesso rischia di essere limitante. Per questo motivo, se simulare un contesto di disabilità aiuta il designer a prevenire errori e risolvere una parte di criticità (almeno i problemi di base più evidenti), potrebbe non essere sufficiente (e talvolta fuorviante). È infatti necessario interfacciarsi direttamente con le persone, conoscere le loro esperienze, per capire anche le loro motivazioni ed emozioni, come si adattano all’ambiente, non solo osservare i comportamenti. Il contesto emotivo e la situazione in cui si trova l’utente impattano nell’utilizzo e vanno presi in considerazione. (Sul valore della ricerca con le persone puoi leggere questo articolo in cui ti raccontiamo come abbiamo testato un sito web con un’utente non vedente).

 

3. Trovare una soluzione per uno, estendere a molti

Il design inclusivo funziona su uno spettro di abilità correlate, connettendo persone diverse in circostanze simili

Potremmo pensare che sviluppare soluzioni per rispondere a delle esigenze specifiche non abbia risvolti per gli altri utenti o in altre circostanze. Qualche esempio per dimostrare esattamente il contrario:

  • i sottotitoli sono stati inventati per chi ha una disabilità uditiva, ma si rivelano molto utili in ambienti affollati o quando non si conosce bene la lingua; 
  • il contrasto elevato negli schermi aiuta le persone con disabilità visive, ma è molto utile anche per chi si trova all'aperto in un contesto molto luminoso. 

Lo stesso potremmo dire per i controlli remoti, le aperture automatiche delle porte, gli audiolibri e così via: non vanno a beneficio solo delle persone con disabilità.

Progettare per una disabilità permanente può aiutare anche chi si trova in una situazione di esclusione temporanea. Ad esempio un device progettato per chi ha un solo braccio può essere utile anche per chi ha una frattura (temporanea) o per chi ha in braccio un bambino o sta trasportando degli oggetti (situazionale).

Questo è quello che Microsoft definisce Persona Spectrum.

 

Il Persona Spectrum

È uno strumento che consente di comprendere come cambiano le caratteristiche, le possibilità e le motivazioni in uno spettro di scenari permanenti, temporanei o legati alla situazione. Aiuta a stimolare l'empatia e vedere come una stessa soluzione valga per una platea più ampia.

Quando si progetta diventa quindi utile prendere in considerazione quali limiti potrebbero avere i nostri utenti e come possano impattare nella fruizione del servizio o utilizzo del prodotto. Progettare tenendo presente quindi non solo le caratteristiche demografiche, le abitudini o i comportamenti delle persone (raccolti nel modello personas), ma anche le motivazioni e il contesto, aiuta ad allargare la prospettiva, pensando a soluzioni che siano più inclusive e riducano i contesti di esclusione. 

Come cambia l’utilizzo del prodotto che sto progettando se l’utente si trova all’aperto? e se il contesto è rumoroso? se ci sono altre persone? se l’utente ha perso vista? 

Il persona spectrum di Microsoft: disabilità permaenti, temporanee e situazionali per la vista, il tatto, l'udito e il linguaggio

Persona Spectrum - Inclusive, a Microsoft Design Toolkit

 

Verso un design più inclusivo

Essere inclusivi inizia dal cambiare la nostra percezione

Queste parole di Inclusive Design di Microsoft ci invitano a cambiare la prospettiva con cui guardiamo alla disabilità, per sviluppare soluzioni che non vanno a vantaggio di una sola persona, ma a beneficio di molti. 

Da dove iniziare?

  • Arricchire i modelli personas tenendo presenti anche i limiti, allargando la platea degli utenti o le variabili che potrebbero generare esclusione (ad esempio l’utente che non conosce bene la lingua);
  • Lavorare sugli scenari di progettazione ampliando lo sguardo ai contesti e ambiti che potrebbero incidere sull’utilizzo del prodotto o la fruizione del servizio (quali situazioni potrebbero essere problematiche?); 
  • Coinvolgere il più possibile gli utenti nella ricerca, con caratteristiche, abitudini, capacità diverse e in più situazioni per far emergere gli elementi che ostacolano l’esperienza e prevenirli dove possibile. 

In un progetto per il turismo, ad esempio, abbiamo ampliato la sfera di progettazione includendo tra le user personas una famiglia con un figlio con disabilità motoria, osservando come la progettazione di soluzioni per rispondere alle specifiche esigenze dell’utente possa estendersi anche ad altri contesti, come il passeggino o la persona anziana con una mobilità più limitata.