16 settembre, 2025

Piano editoriale per Instagram: come impostarlo (senza diventare matti)

Alessandro Bruschi

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Piano editoriale per Instagram: come impostarlo (senza diventare matti)
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C’è una scena che si ripete spesso, sia per freelance e creator, sia per team marketing aziendali o agenzie partner: si apre Instagram, si scrolla un po’, ci si ricorda che “oggi andrebbe pubblicato qualcosa”, ma si chiude l’app e si rimanda.
Spoiler: non è mancanza di volontà. È che senza un piano, ogni contenuto diventa una missione impossibile.

Un buon piano editoriale non è una gabbia creativa. È un alleato operativo e strategico, tanto per i singoli professionisti quanto per le aziende – che gestiscano il canale in-house o con il supporto di un’agenzia.
Serve a chiarire cosa pubblicare, quando, perché e per chi. E così facendo riduce lo stress, ma soprattutto aumenta i risultati.

Questa guida nasce proprio da lì: dall’esperienza concreta con aziende e progetti diversi, per aiutarti a costruire un piano editoriale sostenibile, utile, e che rispecchi davvero chi sei e cosa vuoi ottenere.

Puoi leggere anche: Back to basics: cos'è il social media marketing

 

Inizia da te: identità, obiettivi e pubblico

Prima ancora di pensare a cosa pubblicare, serve un check d’identità. Non è un esercizio filosofico, ma una base pratica.

Sei un’azienda B2C che vuole rafforzare il brand? Un’azienda B2B che usa Instagram come vetrina autorevole o come ponte verso altri touchpoint? Sei un imprenditore? Un progetto personale?
E soprattutto: chi pubblica i contenuti? Il team marketing interno? Un’agenzia esterna? Il fondatore stesso?

Poi arriva la domanda chiave: cosa vuoi ottenere da Instagram?

  • Far conoscere il brand o posizionarti in modo distintivo
  • Raccogliere lead qualificati
  • Generare richieste di preventivo o traffico verso il sito
  • Rafforzare la community
  • Supportare campagne ADV

Una volta chiaro il “perché”, diventa più semplice anche capire a chi ti rivolgi. Parlare a tutti non funziona. Parlare a qualcuno, sì.

Instagram oggi è parte di un sistema più ampio, fatto di siti, newsletter, campagne ADV, CRM, eventi e venditori. È un touchpoint che può intercettare il cliente in momenti diversi del suo percorso: dalla scoperta all’interesse, fino alla fiducia. Non sempre porta a una conversione diretta – soprattutto se vendi servizi B2B complessi o componenti meccaniche in export – ma può accompagnare il processo d’acquisto.

Per chiarirti le idee, fatti queste domande:

  • Chi sei su Instagram? (Brand, azienda, team, persona?)
  • Perché ci sei? (Notorietà? Generazione contatti? Autorità?)
  • Chi ti segue (o dovrebbe farlo)? Clienti finali? Partner? Candidati?
  • Che ruolo ha Instagram nella tua customer journey?

Scriviti le risposte. Ti saranno utili ogni volta che ti chiederai “che cosa pubblico adesso?”.


I tuoi temi guida: scegli i pilastri e costruisci intorno

Ogni piano editoriale funziona meglio se ha delle fondamenta solide, e qui entrano in gioco i pilastri editoriali: quei macro-temi ricorrenti che raccontano chi sei, cosa fai, e perché.

Che tu sia un'azienda B2C che vende prodotti o un brand B2B che vuole educare il mercato, i tuoi pilastri ti aiutano a dare coerenza e varietà al profilo.

Ecco qualche esempio concreto:

  • Un’azienda che si occupa di consulenza HR potrebbe pubblicare insight su lavoro e leadership, casi studio, e “dietro le quinte” della propria cultura aziendale.
  • Un brand food & beverage B2C potrebbe alternare contenuti di prodotto, storytelling, contenuti generati dagli utenti e ricette.

Definisci 3-4 pilastri che siano strategici ma anche sostenibili: devono rispecchiare il brand e poter essere alimentati nel tempo, anche con il supporto di più persone.

 

Per approfondire, leggi anche: I 10 errori da non commettere nel tuo piano editoriale social

 

Il buffet di Instagram: scegli i formati giusti

Instagram è come un buffet ben fornito, offre una varietà infinita di formati. Ma usarli tutti, indistintamente, è come voler assaggiare ogni piatto e poi sentirsi male. Meglio scegliere cosa ti rappresenta di più e usare il resto con criterio.

I reel, ad esempio, sono ottimi per farsi scoprire da nuove persone, mentre i caroselli ti permettono di raccontare qualcosa con più calma e profondità. Le storie sono perfette per essere presenti ogni giorno  e i post singoli possono rafforzare visivamente la tua identità. Non serve fare tutto. Serve farlo con intenzione.

Ogni formato ha una sua funzione:

  • Reel → ottimi per farsi scoprire (grazie all’algoritmo)
  • Caroselli → ideali per spiegare concetti, dare valore, educare
  • Stories → perfette per la relazione continua, l’interazione, il racconto quotidiano
  • Post singoli → servono a rafforzare l’identità visiva e i messaggi forti
  • Link in bio, Highlights, Guide → strumenti da sfruttare per chi vuole approfondire

Non devi fare tutto. Devi scegliere in base a ciò che serve al tuo obiettivo: Awareness? Autorità? Conversioni?

 

Un reel leggero pensato per raccontare alcune curiosità sul mondo dell’energia.

Puoi leggere anche: Benchmark social: 5 aspetti da considerare quando facciamo un'analisi

 

Organizzati, ma lascia spazio all’imprevisto

Il calendario editoriale è come un’agenda per i contenuti: ti dice quando pubblicare cosa, ma lascia sempre spazio all’improvvisazione. Può essere un foglio Google condiviso con il team o anche un'agenda cartacea: non importa il mezzo, conta la chiarezza operativa.

Consigli pratici:

  • Parti con 2-3 pubblicazioni a settimana
  • Analizza gli “Insights” per capire i giorni e gli orari migliori
  • Prepara i contenuti con un po’ di anticipo
  • Lascia sempre spazio per improvvisare o inserire notizie rilevanti

Un calendario solido aiuta anche a coordinarsi con altri canali (newsletter, blog, campagne paid): Instagram diventa così parte di un piano marketing integrato, non un’isola a sé stante.

 

Scrivi come se stessi parlando davvero

Che tu stia scrivendo da solo o con il supporto di un copy, evita il gergo aziendale stretto. Su Instagram vincono i testi che sembrano conversazioni, non quelli che suonano come comunicati stampa.

Usa un tono coerente con il brand, coinvolgi, racconta, chiedi.
Sì, anche le call to action funzionano: non sono manipolazione, sono una guida.
E se fai ADV, considera che anche le caption sponsorizzate devono essere credibili: più persone che leggono, più possibilità che clicchino.

Qui sopra un esempio di linguaggio informativo ed emozionale per la prevenzione sanitaria.

 

Cura l’estetica (senza cadere nel perfezionismo)

Instagram è visivo, questo si sa. Serve coerenza visiva, non assoluta perfezione.

Qualche regola base:

  • Usa sempre gli stessi 2-3 font
  • Definisci una palette colori principale
  • Cura le copertine dei reel e dei caroselli
  • Rispetta i formati (1080x1350 per i post, 1080x1920 per storie e reel)

Se lavori con un team o un’agenzia, crea un piccolo brand kit visivo da usare come riferimento.


Parla con chi ti segue. Sempre.

Instagram, un po’ come tutti i social, non è un palco, è una piazza. Non basta pubblicare e sparire. Serve rispondere, interagire, riconoscere chi ti segue.

Un brand che parla ma non ascolta perde opportunità preziose di costruire fiducia e connessioni.

E se gestisci un profilo aziendale, considera che le relazioni digitali possono diventare contatti commerciali nel medio-lungo periodo. Ma devono partire da una conversazione vera.

 

Ogni tanto fermati e guarda come sta andando

Un piano editoriale funziona davvero quando si collega ai risultati.
Non servono report da 30 slide, ma una review mensile ti aiuta a capire se stai andando nella direzione giusta.

Fatti queste domande:

  • Cosa ha funzionato?
  • Perché ha funzionato?
  • Cosa non ha funzionato?
  • Cosa possiamo testare nel prossimo mese?

Analizza con mente aperta, non per inseguire le vanity metrics, ma per ottimizzare in ottica di business.
Instagram, ricordiamolo, è uno strumento. I risultati veri si misurano anche fuori dalla piattaforma.

 

Per tirare le fila

Un piano editoriale per Instagram non è un vezzo da social media manager, ma un asset strategico.
Ti aiuta a risparmiare tempo, a comunicare in modo coerente e – soprattutto – a portare risultati tangibili, che tu sia un freelance, un’azienda o un’agenzia.

Costruirlo richiede metodo, ma anche flessibilità.
Testa, adatta, ascolta i dati, ascolta le persone.


E poi pubblica. Riprova. Migliora.

 

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