accessibilità 2025

6 dicembre, 2022

Prodotti digitali accessibili: cosa succede nel 2025?

Veronica Zonta

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Ad oggi le normative sull’accessibilità si applicano a Pubbliche Amministrazioni e Grandi imprese private, ma a partire da giugno 2025 saranno coinvolti molti più operatori economici e sarà possibile immettere nel mercato soltanto prodotti o servizi accessibili

 

Che cosa cambia a partire da giugno 2025

LEuropean Accessibility Act (EAA o Direttiva 2019/882), emanato nel 2019 a livello europeo e recepito dagli Stati Membri entro giugno 2022, è il decreto che ha stabilito i requisiti di accessibilità che i prodotti e servizi dovranno necessariamente avere per essere introdotti nel mercato a partire da giugno 2025. Ciascun Paese ha poi attuato il provvedimento europeo emanando un decreto che stabilisce come vengono applicati gli obblighi, quali sono i requisiti di accessibilità per le diverse tipologie di prodotto/servizio, chi si occuperà della vigilanza e cosa accadrà nelle situazioni di inadempienza (per l’Italia è il Decreto Legislativo 27 maggio 2022, n. 82).

A differenza delle normative precedenti, rivolte a specifici soggetti, con l’EAA il focus si sposta dai soggetti erogatori alle tipologie di prodotto o servizio che dovranno essere accessibili, comprendendo quindi più operatori economici, dai fabbricanti dei prodotti o loro rappresentanti autorizzati ai fornitori di servizi, dagli importatori ai distributori. Questo provvedimento riguarderà quindi a partire da giugno 2025 molti più soggetti rispetto a quanti coinvolti fino a questo momento.

 

Quali sono i prodotti e servizi coinvolti?

L’EAA si applica a tutti i prodotti immessi nel mercato dopo il 28 giugno 2025, che rientrano in queste categorie:

  • Sistemi hardware e sistemi operativi informatici generici rivolti ai consumatori (come smartphone, computer, tablet, smart tv, ecc); 
  • Terminali self-service, come terminali di pagamento, macchine per l’emissione di biglietti o terminali informativi interattivi;
  • Terminali e servizi per la comunicazione elettronica;
  • Terminali e servizi per l’accesso a media audiovisivi (es. le piattaforme di streaming);
  • Ebook ed e-reader;
  • Siti web, applicazione e terminali relativi a servizi di trasporto, bancari o legati al commercio elettronico.

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Alcuni punti chiave 

Con questo nuovo provvedimento sono quindi interessati non solo i fabbricanti dei prodotti e i fornitori dei servizi, ma anche i distributori e gli importatori, ciascuno secondo determinate specifiche, esposte nel decreto.

I prodotti e i servizi devono rispettare i requisiti di accessibilità stabiliti per ciascuna categoria (e definiti nei rispettivi allegati del decreto).

Prima di poter essere immessi nel mercato (sia fabbricati sia importati), i prodotti dovranno essere validati e certificati, in modo da rispettare tutti i criteri richiesti per l’accessibilità e avere il marchio CE e la dichiarazione UE di conformità, mentre i servizi vanno monitorati in modo da essere sempre conformi ai requisiti di accessibilità o corretti in caso di non conformità.

I concetti di onore sproporzionato, con le relative clausole, sono presenti anche in questo provvedimento, per far fronte a determinate circostanze in cui il soggetto non ha la capacità di rendere accessibile il prodotto.

 

Cosa succede se il prodotto o servizio non è a norma?

Il Ministero per lo Sviluppo Economico si occuperà di verificare la conformità dei prodotti. Nel caso di non conformità, l’operatore economico (es. il fabbricante) avrà del tempo per rendere il prodotto conforme. Se l’operatore non adotta misure correttive adeguate entro la scadenza stabilita, il Ministero predisporrà un ulteriore tempo per il ritiro del prodotto dal mercato.

L’AgID si occuperà, invece, di verificare la conformità dei servizi. Come per i prodotti, nel caso di non conformità ai requisiti di accessibilità, l’operatore ha a disposizione un tempo per intervenire. Se non interviene adeguatamente, dopo un ulteriore tempo, l’AgID stabilisce un termine entro il quale procedere con l'oscuramento del servizio o il ritiro dell'applicazione mobile dallo store.

In termini di sanzioni, possono venire applicate sanzioni amministrative pecuniarie dai 2.500 € ai 40.000€, in base al tipo di non-conformità del prodotto/servizio o mancato adeguamento, al numero di unità di prodotti o servizi interessati e dal numero di utenti coinvolti. (Per le grandi imprese private valgono le sanzioni definite nel decreto dedicato).

sanzioni

Quando verrà attuato il decreto?

Il decreto è in vigore da luglio 2022, ma avrà effetto a partire dal 28 giugno 2025 per i nuovi prodotti e servizi. Sono state definite però delle disposizioni transitorie fino a giugno 2030 per determinati prodotti e servizi realizzati prima del 2025 e per un massimo di vent’anni dalla messa in opera per terminali self-service realizzati prima del 2025. È stato quindi fissato un periodo transitorio che consentirà in alcuni contesti e per un tempo limitato di conservare il prodotto esistente. Per quanto riguarda invece i nuovi prodotti e servizi realizzati dopo il 28 giugno, sarà necessario rispettare i requisiti di accessibilità e gli obblighi definiti nel decreto, altrimenti non potranno essere introdotti nel mercato. 

 

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Chi sono i soggetti esclusi?

Le microimprese che forniscono servizi sono per ora escluse dall’obbligo di rispettare la direttiva. 

Nel decreto per microimpresa si intende:

un'impresa che occupa meno di 10 persone e realizza un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro

Per questi soggetti verranno definite delle specifiche linee guida con l’obiettivo di “facilitare l’applicazione delle misure nazionali in materia di accessibilità dei prodotti e dei servizi”.

 

Per tirare le fila

Il panorama sull’accessibilità sta cambiando e si sta ampliando in primis il numero di prodotti e servizi che dovranno essere accessibili e, di conseguenza, anche la platea dei soggetti interessati. Se al momento le normative riguardano solo Pubbliche amministrazioni e grandi imprese, gradualmente raggiungeranno un po’ tutti gli operatori. Rimangono al momento escluse soltanto le microimprese.

Considerando che il primo step sarà nel 2025 (escluse PA e grandi imprese) o anche oltre per determinati servizi (viste le disposizioni transitorie), potremmo pensare che ci sia ancora molto tempo per adeguarsi ai requisiti di accessibilità e che al momento sia solo un costo aggiuntivo. 

Se intervenire su un sistema già operativo è sicuramente laborioso e oneroso, si può invece iniziare a progettare nuovi prodotti o servizi nell’ottica dell'accessibilità. Sviluppare prodotti e servizi accessibili fin da subito, ha un duplice vantaggio:

  1. Per l’utente finale, perché oltre a beneficiarne la persona con disabilità, ne beneficia qualsiasi utente (un sistema ben fatto e usabile lo è per tutti, non solo per una parte di utenti); 
  2. Per l’azienda stessa, perché realizzerà un prodotto già a norma quando entreranno in vigore le direttive, che non impattano solo il mercato italiano ma il mercato internazionale. Disponendo di un prodotto già accessibile, può essere quindi maggiormente competitiva rispetto ad aziende che aspettano prima di adeguarsi alle normative, perché gli utenti con disabilità hanno bisogno già oggi di sistemi accessibili, non a partire dal 2025

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